Shane, appassionata di libri per l'infanzia, ama fare mille attività con il suo Giuseppe, la sua pagina Instagram "Pagine tra le nuvole" è piena di spunti interessanti e attività per i bambini. In questo articolo ci introduce nel  fantastico mondo di Hervé Tullet.

Il nome Tullet nel mondo dei libri per bambini è ormai segno distintivo di un certo tipo di albi.

Siamo spesso stati abituati a leggere ai nostri bambini le storie canoniche, quelle che hanno un inizio, un proseguimento più o meno complesso, ed una fine.

Ormai la letteratura per l’infanzia ci inonda di albi di ogni genere, su ogni tipo di argomento, ma con Tullet si arriva ad una nuova dimensione del libro.

L’autore francese, che ha un passato nella pubblicità e che quindi sa come conquistare l’interesse dello spettatore, è ora uno degli illustratori più famosi della letteratura per l’infanzia.

“Un libro” è la sua opera senza dubbio più conosciuta. Tullet non solo ribalta la visione che si ha dell’oggetto libro, ma anche i ruoli prestabiliti e il rapporto tra libro e lettore.

Per questo motivo si parla di libro interattivo, perché il lettore, in questo caso il bambino, non solo si approccerà all’oggetto libro in maniera attiva, ma avrà il compito di creare letteralmente la storia davanti i suoi occhi.

Un modo per aprire la mente e non rimanere fossilizzati nella dimensione classica, ma esplorare le potenzialità multiple che ogni bambino possiede.

“Un libro” parte dalla presentazione di un semplice punto giallo. Il lettore sarà poi invitato a compiere letteralmente delle azioni, così inizia a premere sul puntino e nella pagina successiva ecco che i puntini sono diventati due.

Il percorso di scoperta continua. Da un semplice punto giallo, si esplora l’esperienza fisica dell’interazione con l’oggetto libro, che verrà girato e rigirato, ad un certo punto sarà necessario anche soffiarci sopra.

                            Un’esperienza divertente e coinvolgente.

Il lettore conduce la storia e sta a lui e alla sua fantasia e immaginazione definirne i ritmi.

Con questo albo, che in versione cartonata, trovo adatto ai bambini dai 2 anni, il bambino prova la sensazione soddisfacente di far parte della storia, di esserne quindi non solo il protagonista, ma anche e soprattutto l’artefice.

Da una semplice idea, nasce così un nuovo modo di fare libri per bambini, libri che non hanno regole, storie non storie che spesso sono incomplete, ma che hanno il potere di catturare l’attenzione e far dire al bambino: ANCORA!!

Ma facciamo un passo in più. Prendiamo spunto dal libro e dalla sua interattività per toccare, letteralmente, con le mani i puntini colorati, mischiarli tra di loro e scoprire che insieme possono creare nuovi colori.   

         

 

Per farlo bisogna semplicemente prendere un foglio bianco e posizionare come nel libro tre puntini in fila: uno giallo, uno blu e uno rosso. A questo punto invitiamo il bambino a toccare con il dito i colori, proprio come avremmo fatto seguendo l’albo di Tullet.

Ed ecco la magia. Ciò che succede nel libro si realizza sotto ai nostri occhi.

Un’attività semplice quanto stimolante. Impariamo i colori primari e scopriamo che mescolati insieme danno vita ai colori secondari e così via.

Inoltre toccare con le mani sviluppa i sensi. In questo caso non solo la vista, ma appunto anche il tatto.

E se avessimo usato dei colori naturali, anche l’olfatto sarebbe stato stimolato.

 

Questa attività va benissimo già dai 18 mesi, e può essere strutturata in base alle competenze del bambino. Se ad esempio il bambino non ama pasticciare con le mani, a volte capita, potete proporre l’uso di un cotton-fioc come strumento. In questo caso potrà affinare la sua motricità fine. A volte è proprio nella semplicità che possiamo ritrovare nuovi mondi.

La fantasia e l’immaginazione guideranno il bambino che con il dito creerà tutto ciò che vorrà. Per noi magari sono semplici macchie, ma per lui dietro a quei disegni si nasconde molto di più.

Come Tullet, partiamo da un puntino giallo e creiamo una nuova esperienza.